“La tua macchina è morta”
Per quanto inanimato un oggetto sia, sentire questa frase mi ha lasciato un po’…come si può dire…
Cosi.
Non l’ho mai considerata viva e quindi mi disturba doverla considerare morta, forse?
Forse.
“La tua macchina è morta” mi dice la signora delle demolizioni, alta sui 120 centimetri, biondina, pimpante nonostante i 60 passa anni, voce squillante
“Firma qui”
Io firmo lì…l’auto l’hanno già scaricata sul fondo del demolitore, ghiaia per terra, siepi attorno…a vederla in effetti lo sembra morta…o forse è tutto il resto attorno che assomiglia ad un cimitero.
Ora, non starò a fare il sentimentale con foto della mia auto in giro per il mondo, io che la abbraccio e le passo della pelle di leopardo sulle cromature…che per me l’automobile deve portarmi dal punto A al punto B senza troppi problemi e nemmeno la lavo…non la abbellisco e non me ne frega nulla se addosso ha più ferite di un capodoglio adulto…mi deve essere utile e basta. Però, quando passo di fianco al muro del demolitore in questi giorni, mi piacerebbe sapere se si trova ancora li, se le hanno tolto pezzi, se l’hanno già ridotta ad un soprammobile quadrato da 1500 Kg…d’altronde è la mia prima ‘auto comprata da me’.
La mia auto non era una di quelle che dici “mai dato un problema…sempre andata benissimo” e lasci le chiavi tutto fiero a tuo figlio no, il contrario…non funzionava il cicalino delle luci accese e quindi sono rimasto bloccato due tre volte per batteria non originale cinese after market scadente scarica…e ad una certa velocità faceva dei rumori strani in autostrada, cinghia che strappava, picchiettamento anomalo, rumore rantolo di morte oltre i 110 km/h, insicurezza…e consumava più olio di un McDonald’s di provincia, una tassa precisa e inesorabile.
“Sono un chilo di Castrol, lascio? Son 18 euro”
Poi, un bel giorno d’estate poco prima della meritatissima vacanza, la mollo dal meccanico di fiducia che un altro bel giorno, io spaparanzato al mare fancazzista mi richiama
“Va che ho aperto per fare quei due tre lavoretti che dicevamo ma il motore è da buttare”
“Eh?”
“Si…tipo che mancano 3 millimetri nelle camera del pistone…tutto uno schifo usurato qua non ripartirà mai più…a sostituire il motore o rifarlo spendi più del valore dell’auto”
La abbandono da lui per mesi in una sorta di coma meccanico farmacologico, prima di staccare la spina e demolirla. Non che mi aspettassi qualcosa di diverso a dirla tutta…comprata strausata da un tizio dall’aspetto poco raccomandabile che viveva con la madre disoccupata, scorpione tatuato lato destro del collo e una tarantola dall’altro, cappellino, strafottenza e una voglia matta di liberarsene e io, da pollo bisognoso di auto, gliela presi a tre tozzi di pane facendo finta di credere che avesse davvero pochi chilometri anche se non ci credeva nessuno. 116.000, probabilmente 4 volte tanto, 6 proprietari chissà perchè, mancavano dei pezzi, anomalie, possibili disastri in ogni angolo di carrozzeria e scocca.
“Va che c’è un tizio che me la voleva comprare e viene dalla Francia” mi dice il tizio
“Si certo…l’hai notato si…che il lato sinistro del sedile è rattoppato con un pezzo di stoffa vero?”
“Appena revisionata e sistemata poi…”
“Ok…ma sul cofano ha tre solchi come se fosse finita sotto ad un autorimorchio…oppure hai investito un velociraptor incazzato?”
“Senti…se mi dai 3 tozzi di pane io posso comprare la Smart dei miei sogni e siamo tutti felici” mi dice.
Quando torno con i soldi me la tira fuori dal garage e la Smart c’è già, li fuori, impianto audio a manetta, cerchi stile cestello della lavatrice nuovo di zecca con 2 mm di gomma attorno, attaccata a terra come quei robot rotondi che ti puliscono per casa che accidenti continuo a chiedermi come ci arrivino agli angoli fatti in quel modo quando io, con l’aspirapolvere nonplusultra se nelle fessure non infilo il bocchettone sui singoli granelli come un ricercatore oncologico in laboratorio non aspiro un cazzo.
Misteri della scienza.
Al tizio, che per motivi di privacy chiamerò Richard ma che in realtà si chiama proprio Richard, chiedo pure i dati per cose tipo dichiarazioni e fogliacci vari per cazzi miei burocratico-finanziari, due cazzate, una firma, una data, gli dico pure che ho già compilato tutto io e che se non sa scrivere può farmi una X ma “Non ho il codice fiscale” mi dice “va bene” gli dico “facciamo che quando torno a casa poi mi dai i dati cosi finisco di compilare il foglio” e di colpo tutto va bene e tutti sorridono e lui ha i soldi e io ho un rottame motorizzato e lui parte sgommando con la Smart e Gigidag che pompa nelle casse che occupano i 3 centimetri quadrati del microbaule e io torno a casa con i due centilitri di benzina che mi ha lasciato dentro buoni giusto per arrivare al primo distributore e quando arrivo gli scrivo e gli chiedo i dati e lui…
“Io non do i miei dati a chiunque bello” con quella cazzo di foto su Whatssapp tra l’orrido e il tamarro e a quel punto uno si immagina un mio twist violento con minacce di pestaggi o di chiamare l’avvocato che tu non sai chi sono io o anche ipotesi ficcanti tipo che sua madre sia troia e lo dimostra a tutta la provincia la sera sulla tangenziale in minigonna tra i camionisti bulgari ma invece sto calmo…e tra me e me penso che “visto che fai cosi…bello…recupero tutti i tuoi dati tramite triangolazioni di quello che so di te e in cinque minuti San Internet mi da la risposta”
Sette minuti dopo avevo il foglio compilato. Bello.
Quello che il buon Richard non sa però, è che poi il codice fiscale suo vero autentico stampato plastificato che quel giorno non aveva, l’ho trovato io, settimane dopo…non so come si era dimenticato la tessera e altri suoi documenti personali, spero importanti o vitali per impedire il suo internamento in una qualche struttura o prigione, all’interno della macchina…spuntati fuori mentre smanettavo nel marasma dell’impianto audio che aveva messo dentro tra fili technicolor e connettori cinesi.
Li ho lasciati li, nel portaoggetti, per mesi, fino al giorno della demolizione. Poi li ho presi, fatti a pezzi e infilati per bene negli antri oscuri e profondi del cruscotto della mia auto, in attesa di demolizione insieme a scorpioni e tarantole.
Bello.